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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

Rilancio: lo Stato garante del valore di tutto?

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  Saprà lo Stato cogliere l’opportunità offerta  dalla necessità di far ripartire l’economia  e, con le imprese private, promuovere  una profonda, radicale riconversione  ambientale e sociale dell’economia? La Cassa Depositi e Prestiti come nuova IRI? Se - come ha ricordato l’ex governatore della BCE, Mario Draghi, in un suo articolo sul  Financial Times   - compito precipuo dello Stato di fronte alla crisi economica conseguente la pandemia sarà quello di aumentare considerevolmente il debito pubblico per assorbirvi quello privato e se - come ha più  recentemente   affermato l’economista italo-americana Mariana Mazzucato - lo Stato non dovrà limitarsi a sovvenzionare le imprese private, ma dovrà affiancarle diventando esso stesso imprenditore e motore delle necessarie innovazioni, il ruolo della  Cassa Depositi e Prestiti  diventerà cruciale. La CDP è infatti il principale strumento per la partecipazione pubblica nell’industria italiana e a questo punto, considerata l’ampiezza dell’  i

APP IMMUNI un FLOP Mondiale... Oltre i dati e la privacy il nulla

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  Per settimane e forse anche mesi, nel pieno della pandemia in Italia, intellettuali, giuristi e giornalisti si sono interrogati su Immuni, la App italiana per il tracciamento del contagio da Covid-19. Con un’ordinanza del 16 aprile scorso, il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri ha disposto la stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di Contact Tracing e di appalto di servizio gratuito con la Bending Spoons spa, la società che ha progettato la APP. A più di tre mesi dal varo della App, accantonate ma non superate tutte le questioni sulla privacy, i dati, la sicurezza e la capacità della P.A. di controllare e gestire la questione i conti non tornano: In Italia solo il 13% della popolazione ha scaricato IMMUNI Il numero perfetto probabilmente non è realistico ma alcune fonti come il Big Data Institute di Oxford indicavano al 20% la percentuale minima necessaria perché si potesse giungere all’obiettivo, mentre altri ponevano l’asticella addir

La pandemia è uguale per tutti?

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  Uno sguardo alle vittime della pandemia  nel mondo occidentale. Chi sono  le categorie più a rischio, e perché? “La pandemia è uguale per tutti”. Questo abbiamo sentito ripetere da più parti al suo inizio, ma è stato ben presto chiaro che non è vero. Vi sono gruppi che sono più esposti, che risultano essere i più poveri, i meno socialmente protetti, i più deboli per condizioni di salute. Le minoranze etniche sono in prima fila tra i più svantaggiati. La maggiore povertà, legata ad emarginazione per cause razziste, ne rende più precarie le condizioni di salute per minore accesso a cure mediche di qualità, abitazioni sovraffollate e in luoghi meno salubri, lavori malpagati e che non raggiungono adeguati standard di sicurezza. Nel  Regno Unito , secondo uno studio della University College London (UCL), i cosiddetti BAME (Black, Asian and Minority Ethnic, cioè neri, asiatici e minoranze etniche) presentano i rischi di mortalità per Covid-19 più alti: 3.24 volte la media della po

Paradisi senza palme

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  Ogni anno al bilancio statale mancano circa 7 miliardi di incassi tributari elusi dalle imprese italiane  che trasferiscono i profitti verso altri Paesi europei  con una legislazione fiscale compiacente. La Commissione europea ha sempre avuto un  atteggiamento ambivalente  nei confronti degli Stati membri responsabili di una politica fiscale aggressiva, avendo stipulato accordi fiscali anticipati ( tax ruling ) che hanno consentito a imprese multinazionali di eludere il pagamento delle imposte dovute in altri Stati dell’Unione. Da una parte si è sempre rifiutata di avallare la decisione del Parlamento europeo nel marzo 2019 che individuava sette Paesi membri come  paradisi fiscali nostrani  per aver attirato utili che le imprese avevano generato altrove. Dall’altra, soprattutto per opera della commissaria per la concorrenza della precedente Commissione Junker, Margrethe Vestager, la Commissione ha indagato sui casi più eclatanti di accordi fiscali illeciti, arrivando – ben prima dell