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Visualizzazione dei post da marzo, 2022

Si vis pacem, para pacem

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  Riceviamo da Peggy Sun e volentieri pubblichiamo Oggi dico direttamente la mia. Il casus belli di questa narrazione periferica di maccartismo all'italiana è Orsini, ma i veri protagonisti sono i valori che diciamo di voler difendere a tutti i costi, anche con la vita, ma che resti quella degli Ucraini però. Siamo noi, l'Occidente, oggi a usare i corpi del popolo ucraino come scudo umano , li armiamo ancora, come già ampiamente fatto negli ultimi 8 anni, perché possano difendersi dall'aggressore, ma in realtà gli stiamo implicitamente chiedendo di vincere questa bestiale Guerra anche per noi, soprattutto per noi. Assistiamo a telefonate tra Macron e Putin dove l’uno chiede di trattare il cessate il fuoco e l’altro gli domanda per conto di chi stia parlando e se è in grado di prendere decisioni... Chiaramente la risposta è NO, e Putin ovviamente la chiude lì. Si costruisce uno scenario belligerante , una massiccia e ben organizzata propaganda di matrice liberale e anche di

Il Patto di Stabilità al tempo delle formiche diventate cicale

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Trent’anni fa… Nel febbraio 1992 i dodici Stati membri della Comunità Europea hanno sottoscritto il  Trattato sull'Unione europea (TUE) , anche noto come Trattato di Maastricht, dalla cittadina olandese dove l’accordo è stato firmato. Il trattato fissava i  pilastri  su cui doveva fondarsi la costituenda Unione Europea (mercato comune europeo, politica estera e sicurezza comuni, collaborazione reciproca su giustizia e polizia), ma conteneva anche le regole politiche e i parametri economici e sociali necessarie per l'ingresso degli Stati nell’Unione. Sul piano finanziario si definivano due parametri cui gli Stati aderenti avrebbero dovuto tendere per garantire una situazione del bilancio pubblico sostenibile. I parametri erano: un rapporto ottimale fra debito pubblico e prodotto interno lordo fissato al 60%; un disavanzo pubblico annuale – cioè un’eccedenza di spese rispetto alle entrate, al netto degli interessi pagati per il debito – “tendenzialmente” non superiore al 3%. L’in