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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

Il pezzo sovraccarico

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Come negli scacchi, se un pezzo difende troppe posizione è sovraccarico ed è esposto a perdite di pezzi o della partita, in uno scenario geopolitico ricco di cambiamenti e di nuove forme di cooperazione potrebbe essere difficile mantenere il controllo della partita da parte degli Stati Uniti Dopo la fine della guerra fredda, con la presunzione che nulla si muova senza che gli USA vogliano, ogni presidente americano sceglie la sua area di interesse geopolitico che marcherà la politica estera della presidenza. Biden ha una politica estera maccartista (in cui rossa deve essere la Russia e rossa deve essere la Cina), ed è il motivo per cui preferisce armare battaglioni amanti di Kant invece che di Dostoevskij. Questa peculiarità delle presidenze americane è stata ben individuata - già dalle ultime esperienze progressiste in Brasile e Ecuador - dal resto delle Americhe, il cosiddetto "Cortile di casa" che, nonostante le continue e massicce invadenze del Grande Fratello, durante le

Eppur si muove

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Nonostante sia contrastata dalla volontà politica, la strategia energetica europea inevitabilmente avrà bisogno di aumentare la quota delle rinnovabili Pare che l'elefante Europa abbia finalmente partorito un topolino piuttosto interessante in tema energetico. In questi giorni è stato dato il via libera all' accordo speciale  per la penisola iberica, chiamato appunto "l'Eccezione Iberica", in cui si è determinato un tetto massimo di 50 euro per MWh in Spagna e Portogallo per i prossimi 12 mesi. La  trattativa  fra Spagna e Portogallo da un lato e Unione Europea dall'altro, durata quasi più del periodo di sconto, parte da una  richiesta  di modifica del mercato energetico in Europa, con un pacchetto di proposte che comprendevano anche la divisione delle quote gas rispetto a quelle delle rinnovabili nel mercato all'ingrosso, a cui avevano aderito anche Francia e Italia nel 2021. Dopo una serie di incontri e discussioni simili al gioco delle scatole cinesi, n

Un altro giorno della memoria: il rischio della falsificazione storica

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  “Che facciamo qui da soli? Non abbiamo quasi più munizioni. Abbiamo perso il collegamento con il capitano. Non abbiamo ordini. Se avessimo almeno munizioni! Ma sento anche che ho fame, e il sole sta per tramontare. Attraverso lo steccato e una pallottola mi sibila vicino. I russi ci tengono d’occhio. Corro e busso alla porta di un’isba. Entro. Vi sono dei soldati russi, là. Dei prigionieri? No. Sono armati. Con la stella rossa sul berretto! Io ho in mano il fucile. Li guardo impietrito. Essi stanno mangiando attorno alla tavola. Prendono il cibo con il cucchiaio di legno da una zuppiera comune. E mi guardano con i cucchiai sospesi a mezz’aria.  Mnié klocetsia iestj , (Vorrei mangiare) dico. Vi sono anche delle donne. Una prende un piatto, lo riempie di latte e miglio, con un mestolo, dalla zuppiera di tutti, e me lo porge. Io faccio un passo avanti, mi metto il fucile in spalla e mangio. Il tempo non esiste più. I soldati russi mi guardano. Le donne mi guardano. I bambini mi guardano