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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

Israele è lo stato nazionale del (solo) popolo ebraico

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I sraele è solito definirsi uno “Stato ebraico e democratico”, ma l’approvazione il 19 luglio 2018 da parte del parlamento israeliano, la Knesset ( Assemblea  in ebraico), della  Legge fondamentale sullo Stato nazionale del popolo ebraico    – il cui testo peraltro non contiene mai la parola democratico – sancisce non già una democrazia, ma una etnocrazia, cioè la supremazia degli ebrei sui non ebrei. Questa supremazia era già sottintesa in numerose leggi, come quella del  Ritorno  o della  Nazionalità , ma con la legge fondamentale assume rilievo costituzionale. La  supremazia ebraica  viene già chiarita nei tre principi fondamentali enunciati nella parte iniziale del  provvedimento  che sanciscono: lo storico diritto degli ebrei a considerare la Terra di Israele (cioè il territorio che nel mandato inglese della prima metà del XX secolo era denominata Palestina) come la propria patria [“La Terra di Israele è la patria storica del popolo ebraico, in cui è stato fondato lo Stato di Isra

La morte compagna di una vita

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Riceviamo da Gianni Comastro e volentieri pubblichiamo In un bellissimo film – da me particolarmente amato, sebbene non ne condivida appieno l’impianto fortemente religioso – di Ingmar Bergman,  Il settimo sigillo , il cavaliere Antonius Block sfida la Morte, venuto a prenderlo al suo ritorno dalla Crociata, a una partita a scacchi. Più che un espediente per rimandare la fine della sua esistenza terrena, la partita è l’occasione per presentare una galleria dei diversi atteggiamenti umani nei confronti della morte, evocata come imminente dalla presenza di un’epidemia di peste nel Paese. Come tutti, fin da bambino ho conosciuto la morte tramite la scomparsa dei miei cari più anziani; come molti, fin da bambino ho ricevuto un’educazione cattolica, il che – fra le altre cose – esorcizza, almeno parzialmente, la paura della (propria) morte, grazie alla fede in un’entità trascendentale che garantisce un aldilà dopo la fine dell’esistenza terrena. Già dall’adolescenza mi sono però reso conto

Qualcosa sta cambiando in Israele (e non in meglio)

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  10 maggio: irruzione dell’esercito israeliano nella Spianata delle moschee 16 maggio: negozi chiusi a Nablus durante lo sciopero generale palestinese Da una quindicina d’anni ormai la propaganda di Israele mira a ridurre il conflitto israelo-palestinese alla difesa del diritto a esistere di una Nazione (Israele) contro gli attacchi di un’organizzazione terroristica (Hamas). È successo di nuovo nel maggio scorso, negli undici giorni di guerra – la quarta, dopo quelle del 2008, del 2012 e del 2014 - fra Israele e Hamas. Derubricare la questione palestinese a uno scontro fra uno Stato democratico e un gruppo di terroristi è funzionale alla narrazione israeliana che la questione, in realtà, non esiste. Serve a mettere la sordina a ciò che ha provocato il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza: il rovocatorio programma di organizzazioni sioniste di destra di celebrare l’annessione di Gerusalemme Est nel 1967 marciando all’interno del quartiere arabo della città; gli sfratti annunciati nel

Casa come bene di comunità

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La Zusammenhaus è un progetto di alloggi comuni costruito dalla Fondazione Trias ad Aachen (Germania) sul sito del vecchio stadio Tivoli Un interessante modello abitativo si è affermato da molti anni in paesi come la Germania, la Danimarca (modello Wohnprojekte) o i paesi nordici (modello Ándel),e da qualche tempo anche in Spagna con un "toque" ecosostenibile: è l’ alloggio di diritto d'uso,  un modello non speculativo e senza scopo di lucro dove la proprietà dell'alloggio è nelle mani di una cooperativa di vicini che ne diventano usufruttuari. Questi sono gli elementi necessari per avere una proprietà a tempo indeterminato, che non si compra né si affitta: una cooperativa (che in Italia potrebbe essere giuridicamente quella di mutuo soccorso) che non si scioglie e che gestisce tutte le procedure amministrative necessarie per la costruzione o la ristrutturazione dell' edificio, e che ne diventa proprietaria e gestore dell'edificio; utenti che godono del diritt

Questione palestinese: la terza soluzione

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Sembra passato un secolo da quando nel 1993 a Oslo il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin e il presidente dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina Yasser Arafat firmarono gli accordi che allora furono definiti “storici”, in quanto sembravano rappresentare l’avvio della soluzione della questione israelo-palestinese e prefigurare una futura creazione di due Stati che pacificamente vivessero nello stesso territorio. Gli accordi infatti prevedevano il graduale ritiro dell’esercito israeliano dai territori occupati, l’istituzione dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) cui sarebbe stata affidata la gestione amministrativa della Cisgiordania e di Gaza una volta completato il ritiro dell’IDF (le Forze di Difesa Isaraeliane, cioè l’esercito); soprattutto gli accordi sancivano un reciproco riconoscimento: Israele riconosceva l’ANP come rappresentante del popolo palestinese e l’ANP il diritto di esistere di Israele. Negli anni successivi Israele non ritirò neppure un sold