Casa come bene di comunità
La Zusammenhaus è un progetto di alloggi comuni costruito dalla Fondazione Trias ad Aachen (Germania) sul sito del vecchio stadio Tivoli |
Un interessante modello abitativo si è affermato da molti anni in paesi come la Germania, la Danimarca (modello Wohnprojekte) o i paesi nordici (modello Ándel),e da qualche tempo anche in Spagna con un "toque" ecosostenibile: è l’alloggio di diritto d'uso, un modello non speculativo e senza scopo di lucro dove la proprietà dell'alloggio è nelle mani di una cooperativa di vicini che ne diventano usufruttuari.
Questi sono gli elementi necessari per avere una proprietà a tempo indeterminato, che non si compra né si affitta:
- una cooperativa (che in Italia potrebbe essere giuridicamente quella di mutuo soccorso) che non si scioglie e che gestisce tutte le procedure amministrative necessarie per la costruzione o la ristrutturazione dell' edificio, e che ne diventa proprietaria e gestore dell'edificio;
- utenti che godono del diritto di utilizzare le case costruite o ristrutturate con un contratto di diritto o trasferimento d'uso che è regolato dal codice civile e dagli statuti dell'associazione di residenti;
- il pagamento di un deposito iniziale tra i 20.000 e i 50.000 euro- corrispondente al 20% del costo di costruzione del progetto, mentre la parte restante è coperta dalle banche - che viene loro restituito quando decidono di trasferirsi;
- e un canone mensile per l'uso della casa ben al di sotto del prezzo di affitto del mercato.
I costi di consumo derivanti dall'uso dell'appartamento sono pagati dall'usufruttuario e le spese generali dell'appartamento e le tasse - come quelle sui rifiuti urbani - vengono pagate dal proprietario dell'appartamento, la cooperativa, con il canone mensile, tranne nei casi in cui sia stato raggiunto un accordo tra proprietario e usufruttuario all'interno del contratto di diritto d'uso.
L’atrio dell'edificio in diritto d’uso di Las Carolinas, costruito dalla cooperativa Entrepatios a Madrid |
Queste abitazioni ammortizzano l'eccessivo prezzo di affitto e vendita delle case - soprattutto nelle grosse città - e stimolano il rapporto pubblico/privato, tanto di moda in questo periodo pandemico, attraverso accordi di collaborazione con le istituzioni pubbliche che hanno terreni o edifici inutilizzati sui quali non possono intervenire per questioni di budget e dove le cooperative possono acquistare un diritto di superficie a tempo indeterminato o una cessione d'uso del terreno in cambio del pagamento di una quota annuale. Nei paesi dove è implementato l'alloggio di diritto d'uso, le cooperative hanno alloggi in edifici pubblici sottoutilizzati che hanno riabilitato con fondi privati o accordi con proprietari privati di edifici o terreni in cambio di una quota annuale.
La flessibilità lavorativa ha comportato la possibilità per molti giovani e per un periodo lungo della propria carriera di muoversi spesso fra città e lavori diversi, con un livello salariale che è diminuito costantemente negli anni e non permette più di avere facile accesso ad una casa di proprietà. Questo tipo di soluzione abitativa potrebbe essere il futuro per le generazioni di precari che abbiamo generato con le politiche economiche degli ultimi (almeno tre) decenni: maggiore mobilità geografica, minore dipendenza dalla concessione e dal successivo pagamento di un mutuo, uso indefinito della casa, che può anche essere ereditata ma non venduta o affittata, alloggi con prezzi più accessibili in relazione all'acquisto e all'affitto, capacità di autogestione con la possibilità di avere voce e voto nelle decisioni della cooperativa come la definizione degli spazi, le regole comunitarie, le tasse da pagare, interrelazione con i vicini e condivisione dei valori. Questi sono i principali vantaggi di avere una casa con il diritto d'uso senza doverla comprare o affittare.
In Spagna, le cooperative di vicini stanno creando delle strutture completamente ecosostenibili, con energia da pannelli solari e recupero di acqua piovana; con aree comuni dove incontrarsi per una chiacchierata, un patio d'ingresso con giochi per bimbi e piccoli orti condominiali, con lavanderia in comune dove si condividono anche i detersivi e car sharing condominiale - che permette di avere un numero inferiore di auto rispetto al numero di appartamenti. E' una concezione degli spazi e uno stile di vita completamente differente da quello a cui siamo stati abituati in Italia, dove "il mattone" è sempre stato il bene rifugio per eccellenza, ma che può essere una soluzione efficace la lasciare alle future generazioni, che permetta loro di poter vivere dignitosamente in un ambiente conviviale, che sia di supporto alle necessità dei vicini e dove possibile ecologicamente sostenibile.
In tempi in cui le innovazioni tecnologiche sembrano portarci verso un inesorabile isolamento, spingendoci a pensare di non avere bisogno degli altri, la casa, l'abitazione che da sempre rappresenta nel pensare comune un rifugio dal resto del mondo e il bene privato per eccellenza può essere un bene di comunità, spingendoci a vivere la convivialità del vicinato.