Eppur si muove


Nonostante sia contrastata dalla volontà politica, la strategia energetica europea inevitabilmente avrà bisogno di aumentare la quota delle rinnovabili

Pare che l'elefante Europa abbia finalmente partorito un topolino piuttosto interessante in tema energetico. In questi giorni è stato dato il via libera all'accordo speciale per la penisola iberica, chiamato appunto "l'Eccezione Iberica", in cui si è determinato un tetto massimo di 50 euro per MWh in Spagna e Portogallo per i prossimi 12 mesi.

La trattativa fra Spagna e Portogallo da un lato e Unione Europea dall'altro, durata quasi più del periodo di sconto, parte da una richiesta di modifica del mercato energetico in Europa, con un pacchetto di proposte che comprendevano anche la divisione delle quote gas rispetto a quelle delle rinnovabili nel mercato all'ingrosso, a cui avevano aderito anche Francia e Italia nel 2021.

Dopo una serie di incontri e discussioni simili al gioco delle scatole cinesi, non se ne fece nulla di concreto per non stressare inutilmente il "sistema energetico europeo". Poi ci ha pensato la guerra in Ucraina a stressare il sistema.

Da qui Spagna e Portogallo hanno posto i termini della questione energetica non più da un punto di vista software - il sistema energetico europeo per la penisola iberica non è funzionale perché il loro paniere energetico ha una percentuale di rinnovabili più ampia rispetto al resto dell'Europa - ma da un punto di vista hardware - il sistema di rifornimento del gas nella penisola iberica è marginale rispetto al resto dell'Europa a causa di carenze di infrastrutture.



In effetti la penisola iberica ha una situazione speciale, con un alto carico di rinnovabili e poche interconnessioni con le forniture di gas naturale. Per questo motivo, l'accordo stabilisce un trattamento speciale affinché Spagna e Portogallo possano gestire i prezzi dell'elettricità.
Seppure inviso alle grandi aziende energetiche nazionali e contrastato da Germania, Austria e Olanda, questo accordo temporaneo apre alla possibilità di revisione del mercato energetico all'ingrosso in Europa, dove in altre nazioni (compresa l'Italia) cresce il dibattito interno sul tetto del prezzo del gas.

Ed è qui che il vero problema della questione energetica viene fuori: l'Europa ha creato una "eccezione iberica" basandosi esclusivamente su una questione di carenza di infrastrutture dell'area che non permetteva l'arrivo del gas come in altre nazioni, ma non ha espresso alcuna strategia politica a favore di scelte energetiche nazionali che hanno generato una percentuale di rinnovabili del proprio paniere energetico molto più alta del resto d'Europa. in questo momento storico, sarebbe stato importante sottolineare non l'eccezionalità ma la best practice che Spagna e Portogallo possono essere per il resto dell'Europa.

C'è la crisi dell'Europa in questa eccezione, dove con presunzione avanguardista la Commissione ha deciso obiettivi generali votati alla sostenibilità ambientale facendo risaltare l'importanza dell'uso delle rinnovabili e del ciclo virtuoso del prodotto, che poi vengono frustrati da un Consiglio europeo, conservatore e non in grado di reagire efficacemente alle sfide che la Storia ci propone.


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