Dolore violato
di Peggy Sun
(riceviamo e volentieri pubblichiamo)
Distesa di Croci bianche
Distesa di nomi femminili senza data
Donne e feti senza identità
Ti hanno portata via, hanno fatto il viaggio senza di me
Il nostro sentiero è finito quel giorno, tu sei andata altrove da sola
La nostra storia inchiodata ad una Croce che non è fede ma fine
Dolore Rubato
Distesa di Croci bianche
Distesa di scelte femminili. Madri di feti senza nome
Bianchi segmenti del dolore violato
Senza dirmi niente ti hanno dato luogo e spazio
Sepoltura senza lacrime
Non toccateci, non toccatemi non è il vostro lutto
Non guardate il sepolcro, la morte non è lì
Non sono io, non sei tu, qualcuno ha deciso per noi
Croce senza dolore
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Il dottore mi dice che non ci sei più.
Partorisco un figlio che non ho dato alla luce.
Dormo un sonno senza sogni e riposo.
Al risveglio non sono, non ho.
Non sono madre in attesa.
Non ho perso un figlio. Non ho diritto al consolo collettivo.
Non c’è bara, viaggio e canto del dolore.
Non ho una parola tutta mia.
Torno in una casa senza tracce di te. Nel corpo la memoria del tuo passaggio, nascosta dalle soluzioni di una medicina che non può curarmi.
Capisco perché sei feto e non figlia, perché non hai nome.
Perché’ non posso condividere il pianto delle madri,
ma il dolore è lo stesso.
Il mio è un dolore taciuto.
Non ho una data tutta mia nel calendario dei defunti e così quel giorno si perde nei giorni passati come tutti gli altri giorni.
Qualche giorno fa, in un post che è molto circolato in rete, poi ripreso dai giornali nazionali, una donna ha raccontato di aver casualmente scoperto che, a seguito di un aborto avvenuto presso un noto ospedale romano, a sua insaputa e senza il suo consenso, il feto era stato seppellito presso un campo del cimitero Flaminio.
Giunta sul luogo si è trovata davanti ad una distesa di croci bianche e su molte di esse veniva riportato nome e cognome delle madri, tra cui il suo nome.
L’eco di questa storia ha generato molte domande – spesso senza una risposta chiara – su quali siano le norme in materia, e quali siano i diritti garantiti alle donne in casi come questo.
In Italia, infatti, un regolamento di polizia mortuaria stabilisce le procedure in caso di sepoltura di feti e embrioni. Il regolamento afferma che, indipendentemente dall'età gestazione, la sepoltura è sempre possibile: ma se la libertà di chi la sceglie è dunque garantita, nei fatti non sono tutelate la libertà e la volontà di chi la sepoltura non la vuole.
In alcuni casi, regioni e amministrazioni comunali hanno approvato regolamenti che di fatto superano la norma nazionale. In altri casi, comuni o aziende ospedaliere consentono a terzi – spesso associazioni con un dichiarato posizionamento ideologico – di procedere con le sepolture e i relativi riti di accompagnamento, anche all'insaputa delle donne che hanno abortito.
(da Il Post, 1 ottobre 2020)
